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Tutor

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TUTOR

Nasce nel 2016 come sperimentazione all’interno del progetto FAMI “Àncora: Progetto sperimentale di comunità a supporto dell’autonomia dei titolari di protezione internazionale”, il Tutor per l’integrazione è un soggetto privato – collettivo o individuale che “adotta” un percorso di integrazione sociale, mettendo a disposizione le proprie risorse relazionali e\o professionali per offrire un sostegno emotivo /relazionale ma anche pratico al rifugiato. Non ci sono vincoli di disponibilità oraria, ogni tutor gestisce il rapporto sulla base delle proprie possibilità. Leggi l’approfondimento e scopri come diventare tutor.

SCOPRI COME DIVENTARE UN TUTOR

Quali sono gli obiettivi comuni della relazione tra tutor e rifugiato?
La relazione tra tutor territoriale dell’integrazione e rifugiato non è una relazione di aiuto come quella tra operatore e utente. Ha invece le seguenti finalità:
1.promuovere attraverso la prossimità uno scambio interculturale significativo per entrambe le parti;
2.garantire un sostegno anche emotivo in una fase di transizione delicata attraverso una relazione interpersonale significativa;
3.facilitare la conoscenza e la comprensione del territorio e delle sue dinamiche sociali, politiche, economiche;
4.garantire un supporto sociale pratico sugli aspetti dell’autonomia ed un riferimento relazionale in caso di bisogno;
5.esprimere, valorizzare e socializzare in contesti partecipativi la presenza del beneficiario e delle sue specifiche caratteristiche, attitudini e capacità;
6.consolidare legami significativi, progressivamente sempre più reciproci e simmetrici.
In che cosa può impegnarsi un tutor?
Nel sostegno emotivo e relazionale del rifugiato, per esempio:
  • invitare ad eventi, iniziative culturali, incontri associativi, occasioni ludiche o riunioni familiari proprie del tutor;
  • garantire almeno un contatto telefonico settimanale ed almeno un incontro mensile per il tempo di durata del progetto;
  • raccontare e guidare alla scoperta di luoghi, persone e storie significative per il tutor;
  • proporre ed organizzare momenti di convivialità, uscite sul territorio, gite e altri momenti di socialità.
Nel supporto sociale pratico del rifugiato, per esempio:
  • apprendimento lingua italiana (conversazione);
  • accompagnamento alla ricerca di soluzioni abitative in autonomia;
  • supporto nel superamento degli esami di teoria e pratica della patente;
  • supporto nella lettura e nella comprensione di documenti burocratici e finanziari (es. conto corrente, contratti telefonici e di altre utenze, contratti di lavoro);
  • aiuto concerto nella conciliazione casa-lavoro (trasporti, baby sitting etc).
In che cosa può impegnarsi il rifugiato?
  • aggiornare i tutor tempestivamente su cambiamenti della propria situazione in Italia (lavoro, salute, decisioni etc);
  • esprimere gusti e preferenze personali;
  • proporre attività e iniziative da fare insieme;
  • garantire almeno un contatto telefonico settimanale ed almeno un incontro mensile per il tempo di durata del progetto;
  • raccontare e guidare alla scoperta di luoghi, persone e storie significative per il beneficiario.
Quali sono le fasi di attivazione del percorso di tutoraggio?
  • Segnalazione della disponibilità a CIAC;
  • Primo colloquio di conoscenza;
  • Partecipazione alla proposta formativa;
  • Presentazione del rifugiato al tutor;
  • Avvio del tutoraggio per l’integrazione;
  • Momenti di confronto e monitoraggio con CIAC.
Come partecipare 
Si può offrire  la propria disponibilità a diventare tutor compilando questo form on line. Ai tutor viene offerto, insieme al continuo supporto e raccordo con CIAC, un percorso formativo per approfondire tematiche generali sull’immigrazione e specifiche sulle relazioni interculturali

Piatti tipici, musica e divertimento. Anche questa è integrazione - LE FOTO

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Sabato 18 marzo un gruppo composto da ragazzi di Ciac e da peers volontarie ha partecipato ad un pranzo organizzato in collaborazione con i giovani che gestiscono il Circolo Arci Enigma a Sala Baganza.

"C'è bisogno di tutti voi, tutti i giorni per essere viste, ascoltate, trattate con gentilezza e senza stereotipi" - LE FOTO

Per celebrare l'8 marzo abbiamo quindi deciso di partire da loro, dalle donne migranti. Insieme abbiamo scritto un testo che ci rappresenta.

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