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Insieme contro le discriminazioni: Un Arcobaleno per Parma

Le discriminazioni multiple e la presa in carico: da criticità a opportunità di sviluppo nell’approccio integrato

iniziative

Quanti tipi di discriminazioni ci sono? E cosa si può fare per combatterle e aiutare chi le subisce? Ieri durante l’incontro, moderato da Jules Ricci presidente de L’Ottavo Colore e intitolato “Le discriminazioni multiple e la presa in carico: da criticità a opportunità di sviluppo nell’approccio integrato” abbiamo esplorato il tema delle discriminazioni in tutte le sue forme. 

Due anni fa è nato “Un Arcobaleno per Parma”, un progetto promosso dal Comune di Parma e sostenuto dall’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) di cui facciamo parte in collaborazione con le associazioni L’Ottavo Colore, Tuttimondi, Giolli Cop.Soc. e Centro interculturale di Parma.
Un Arcobaleno per Parma fornisce accoglienza e ascolto a tutte le persone italiane e straniere che hanno subito discriminazioni per il loro orientamento sessuale e/o identità di genere. Grazie a un’équipe multidisciplinare, forniamo ascolto, supporto psicologico, consulenza legale, assistenza nella segnalazione delle discriminazioni, aggiornamento e formazione, oltre ad azioni di advocacy e sensibilizzazione. 

Questo approccio permette di superare la frammentazione dei servizi esistenti e di rispondere in maniera collettiva e coordinata ai bisogni delle persone. Come ha spiegato Elena D’Epiro, CAD del progetto, «Noi pensiamo prima di tutto alla persona, non la consideriamo solo come un membro della comunità LGBT+ ma come un individuo nella sua interezza e complessità. Non vediamo la persona come una somma di caratteristiche ma come un’intersezione di diverse dimensioni e grazie all’equipe multidisciplinare le forniamo una risposta collettiva, di rete». Fondamentale per questo è anche il rapporto con la comunità e agire anche sull’ambiente della persona discriminata.



Quando si parla di discriminazioni non si deve pensare solo a quelle dirette ed esplicite, come offese o esclusioni evidenti, come ha spiegato Giulia Selmi, ospite dell’incontro e ricercatrice in Sociologia dei Processi Culturali all’Università di Parma. Sono molto più numerose le discriminazioni indirette, più o meno intenzionali, meccanismi apparentemente neutri, legati a norme, prassi o silenzi, che perpetuano disuguaglianze e si radicano nei dispositivi istituzionali, nei ruoli sociali e nelle gerarchie. Questi elementi alimentano un circolo vizioso che normalizza le discriminazioni.

Come Ciac sappiamo molto bene a quante discriminazione può andare incontro una persona straniera, soprattutto se è anche membro della comunità LGBT+. Silvia Vesco, referente area socio-sanitaria di Ciac, ha affermato che una persona straniera subisce almeno 4 forme di discriminazione: lentezza nel rilascio dei permessi di soggiorno e di accesso ai servizi da parte degli attori istituzionali, razzismo strutturale che organizza relazioni di potere nella società, discriminazioni di genere e per l’orientamento sessuale. Per questo attraverso il lavoro in equipe costruiamo presidi per abbattere queste discriminazioni e promuovere l’inclusione. 



Infine sono intervenute all’incontro Laura Boscaini ed Emma Manchi di Anmic Parma, Ente Nazionale di Tutela e Rappresentanza delle persone con Disabilità. Quando si parla di discriminazioni non si può non coinvolgere nel dialogo le persone con disabilità che subiscono quotidianamente discriminazioni sia per la mancanza dei servizi o per gli eccessivi tempi di attesa sia per come vengono considerate. «Molto spesso l’unica cosa che viene vista delle persone con disabilità è la loro disabilità, ma non è la loro identità, non è una caratteristica totalizzante» hanno dichiarato. È dunque necessario rimettere al centro la persona, invece di considerarla parte di una categoria standardizzata.

Come Ciac crediamo che fare rete e collettivizzare le conoscenze sia fondamentale e faccia la differenza nella battaglia contro le discriminazioni multiple. Per il futuro, ci impegniamo a continuare questa lotta ma anche a promuovere percorsi di sensibilizzazione sulla tematica delle discriminazioni non solo a chi fa già parte della rete ma a tutti quanti. 

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