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L’accoglienza selettiva

Se la guerra torna a bussare dopo decenni alle porte dell’Europa dell’est c’è, probabilmente, chi ha più diritto di sorprendersi e chi ne ha molto meno. Difficile non includere nella seconda categoria i governi nazionali. Ad essi, d’altra parte, non si può certo rimproverare di non aver reagito con vigore al “sorprendente” colpo di mano putiniano. Con il rinnovato impegno a rinforzare il budget patriottico dell’industria delle armi, così come la fedeltà delle alleanze strategiche. Alleanze compattate dal repentino smarrimento di lungimiranza dell’amico e collega russo e condite dal rifiorire

rassegna stampa
Pubblichiamo uno stralcio di un articolo pubblicato da comune.info sulle condizioni di molti profughi non ucraini che tentano di lasciare il paese in guerra. Si tratta di un approfondimento di Annamaria Rivera, che accende i riflettori su un tema dimenticato.

Una donna africana respinta nella neve a Medyka, confine sud-orientale tra Polonia e Ucraina. Foto di Olmo Calvo tratta da el diario-esSe la guerra torna a bussare dopo decenni alle porte dell’Europa dell’est c’è, probabilmente, chi ha più diritto di sorprendersi e chi ne ha molto meno. Difficile non includere nella seconda categoria i governi nazionali. Ad essi, d’altra parte, non si può certo rimproverare di non aver reagito con vigore al “sorprendente” colpo di mano putiniano. Con il rinnovato impegno a rinforzare il budget patriottico dell’industria delle armi, così come la fedeltà delle alleanze strategiche. Alleanze compattate dal repentino smarrimento di lungimiranza dell’amico e collega russo e condite dal rifiorire di una retorica bellica che si pensava in disuso. Quel che sorprende meno, invece, è la salda tenuta di un vero e proprio architrave della cultura politica del vecchio continente perfino di fronte alle impetuose raffiche di fenomeni di fatto impensabili come le pandemie e le occupazioni militari (a Kiev le armi avevano cominciato a cantare almeno dal 2014). Si tratta dell’inossidabile sistema-razzismo che, lo ricorda assai bene qui sotto Annamaria Rivera, non esita a discriminare l’accoglienza di chi fugge dai missili e dai tank russi in modo selettivo. Le persone ucraine hanno diritto alla precedenza nei valichi di frontiera con la Polonia come alla protezione temporanea in Italia. Le altre, quelle in fuga dalle città ucraine ma provenienti da oasi di pace – come per esempio il Sudan o la Siria – vengono immancabilmente respinte alla frontiera europea o comunque, nel caso riescano a farla franca, escluse dal Decreto “Ucraina” del governo italiano. C’è da scommettere, tuttavia, che anche questo “sorprendente” sopruso non desterà alcuno stupore nei media che contano, quelli sempre pronti a indossare l’elmetto.

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