Majed tornato in Italia dopo 18 mesi nell’inferno di Gaza. “Felice di essere qui con la mia famiglia, grazie a tutti”
È il giorno dell’emozione e della gratitudine. Majed, sua moglie Lamis e il piccolo Maher sono di nuovo in Italia, accolti da chi si è mobilitato senza sosta per riportarli a casa.
Nella Sala del Consiglio del Municipio di Fidenza, Majed ha potuto ringraziare di persona il Sindaco Davide Malvisi, il Presidente di Ciac Parma Emilio Rossi, il Presidente della Fondazione Anna Mattioli Roberto Pagliuca, la Presidente dell’Istituto Fratelli Cervi Albertina Soliani e i rappresentanti di Potere al Popolo.
“Sono felice. Voglio ringraziare tutte le persone che ci hanno aiutato a tornare in Italia dopo un anno e mezzo di guerra, fame e paura di morire” – ha detto Majed con voce commossa.
Arrivato in Italia nel 2019 per fuggire dalla guerra, Majed aveva trovato un lavoro e una nuova vita a Fidenza. Nell’ottobre 2023 era tornato a Gaza per assistere il padre malato, ma pochi giorni dopo l’inizio del conflitto lo aveva intrappolato sotto i bombardamenti. Da allora, la speranza era rimasta appesa a una connessione internet instabile e a una rete di relazioni umane che non si è mai spezzata.
“Grazie alle sue testimonianze – spiega Emilio Rossi, presidente di Ciac – siamo riusciti a tenere viva l’attenzione pubblica e a mobilitare istituzioni e cittadini”.
Il Sindaco Malvisi ricorda “un lavoro collettivo, che ha visto impegnati il Ministero degli Esteri, l’Ambasciata italiana in Israele e molti interlocutori politici e civili che hanno mostrato ascolto e disponibilità”. Decisivo è stato anche l’impegno della Fondazione Mattioli, che ha sostenuto la famiglia nella fase più delicata.
La svolta è arrivata a maggio, con la fuga in Giordania e la nascita di Maher in sicurezza nell’ospedale italiano di Amman. Il 27 luglio, finalmente, l’arrivo a Milano e il ritorno a Fidenza.
“Abbiamo fatto ciò che serviva, perché nessuno deve sentirsi solo quando tutto sembra perduto” – dichiara Roberto Pagliuca della Fondazione Mattioli.
Albertina Soliani cita Dossetti: “Si è spenta la luce e noi l’abbiamo tenuta accesa per Majed. Ora dobbiamo lavorare perché resti accesa per tutti quelli che sono ancora ostaggi in quella terra.”
A queste parole si unisce anche Majed, che aggiunge:
“Sono immensamente grato di essere tornato a casa, ma il mio pensiero è per tutte le persone che sono rimaste a Gaza sotto le bombe. Ora è necessario continuare a lavorare per loro, perché possano avere la stessa possibilità di salvezza che ho avuto io.”
Oggi, Majed e la sua famiglia possono riprendere il cammino interrotto. Con un nuovo inizio, più forte di ogni guerra.