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Manifestazione "No al decreto Cutro" - un primo passo per difendere i diritti - LE FOTO

Il presidio di sabato 20 in piazza a Parma mira a costruire una nuova battaglia dei diritti, perché sia la società tutta a difendere le persone a cui la legge vuole togliere il futuro

Cronaca

Un primo passo per costruire una nuova battaglia dei diritti, perché sia la società tutta a difendere le persone a cui la legge vuole togliere il futuro. Era questo l'obiettivo della manifestazione di sabato pomeriggio organizzata da Ciac insieme alla Civiltà dell'accoglienza per dire "No al Decreto Cutro" che mira a "Segregare e punire" chi arriva nel nostro paese (nel link la nostra posizione sul decreto).

Centinaia di parmigiani hanno voluto essere presenti in piazza e far sentire la loro voce, esponendo cartelli in cui venivano ricostruite le gravi conseguenze che il cosiddetto "Decreto Cutro" sta già avendo sui cittadini migranti e ascoltando le testimonianze dei tanti che hanno voluto dire la loro.

Prima della manifestazione è stata organizzata anche una assemblea per confrontarsi con le comunità migranti su quanto sta accadendo e ribadire il fatto che Ciac, insieme alle altre realtà aderenti, sarà sempre dalla parte delle persone che a causa di questa sciagurata legge perderanno accoglienza, integrazione, diritti e futuro. 

Nel susseguirsi degli interventi è stata ribadita la necessità di creare una nuova stagione di mobilitazione perché il governo ha voluto "approvare una legge punitiva verso i migranti e verso tutta la comunità. Chiediamo a tutti e tutte di mobilitarsi: non possiamo essere indifferenti o pensare che non ci riguardi". 

La Civiltà dell'accoglienza è una rete parmigiana di enti accoglienti formata da Ciac, Comunità Betania, Buon Pastore, Centro aiuto alla vita, Di Mano in Mano, Pozzo di Sicar, Festival of Praise.

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Hanno aderito alla manifestazione:

Coordinamento Pace e Solidarietà
Komunica OltreCoro  Rifondazione Comunista Associazione per l'amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli
Comitato chiamata contro la guerra
Le Donne in nero  Parma Città Pubblica SGUARDI DI FRATERNITA'  Associazione Jambo commercio equo
Conferenza donne democratiche di Parma  Libera Parma Partito Democratico Parma STANZA DEL SILENZIO Associazione San Cristoforo ODV
Europasilo Mediterranea Parma Potere al popolo Parma SSU (Sinistra Studentesca Universitaria) ASD la Paz antirazzista
GRUPPO MISSION Montanara Laboratorio democratico Re.Co.Sol. (Rete Comuni Solidali) Unione Popolare
Casa della pace
Il Borgo A.P.S. Officina popolare Rete Kurdistan Parma Casa delle donne CDC (Coordinamento democrazia costituzionale) 


DURANTE LA MANIFESTAZIONE E' STATO LETTO L'APPELLO DI CIAC
“La vostra speranza è la nostra speranza”

È uno striscione che donne e uomini di Cutro hanno rivolto direttamente ai migranti, vittime superstiti della strage dello scorso febbraio. Parla non di disperazione, non di paura. Anche di fronte all'ennesima tragedia, i cutresi hanno scelto la speranza.

Noi tutti, siamo con loro: non c’è decreto che spezzerà la speranza- comune a tutti noi - di pace, giustizia, dignità, lavoro e libertà. 

Il 4 maggio il governo italiano ha approvato una legge punitiva verso i migranti e verso tutta la comunità. Ingiustamente la ha chiamata “decreto Cutro”, abusando del nome di quella località per fare una legge che toglie diritti e quindi toglie speranza. 

Noi non permetteremo che ciò avvenga.

Rivolgiamo questo appello innanzitutto ai migranti, di ogni nazione e di ogni religione, di ogni età e di ogni pensiero. Vi consideriamo cittadini di questo paese, fratelli e sorelle nostre. 

Ci rivolgiamo agli italiani senza cittadinanza, ai giovani, agli anziani, a tutti coloro che sentono questa legge come un pericolo per la società. 

Sentite forte queste nostre parole di fronte all’ennesimo atto razzista di un governo che ha talmente paura del futuro da colpire chi chiede asilo, chi lavora, chi spera. 

Ci vogliono dividere e impaurire. Vogliono colpire alcuni per dire che una società aperta, plurale, ricca di diversità e solidarietà non è possibile. 

Non dobbiamo permetterglielo. 

Uniti sapremo combattere l’ingiustizia di questa nuova legge e delle tante che l’hanno preceduta. 

Non c’è legge che possa contraddire la più importante di tutte: la nostra costituzione, figlia dell’antifascismo di chi ha combattuto per la libertà e l’uguaglianza.

L‘articolo 3 è chiarissimo: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

Noi non obbediremo a nessuna legge che violi questi principi. 

Vogliamo rassicurare chi oggi si sente impaurito: In noi troverà rifugio e speranza.

Ora più che mai è necessario fare comunità, costruire attraverso la coesione e l’unità quello che la legge oggi toglie.

Protegga la società quelle persone che oggi, più di ieri, non sono più protette dalla legge.

Per questo chiediamo a tutti e tutte di mobilitarsi. Non possiamo essere indifferenti o pensare che non ci riguardi.

Chiediamo partecipazione contro ogni forma di segregazione, razzismo, ingiustizia sociale.

Per costruire, insieme, una nuova stagione di lotte e difendere i diritti di tutte e di tutti. 

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