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Miloud, un’altra vita spezzata dall’indifferenza

Il 4 gennaio Miloud Moloud è morto di freddo in mezzo alle case nuove del quartiere Parma Mia. Non è morto solo di freddo: è morto di sfruttamento, di precarietà, di esclusione, di razzismo sistemico.

Comunicati stampa

Il 4 gennaio Miloud Moloud, un lavoratore marocchino che da dieci anni contribuiva con le sue mani e il suo sudore ai cantieri edili di Parma, è morto di freddo in mezzo alle case nuove del quartiere Parma Mia. Non è morto solo di freddo: è morto di sfruttamento, di precarietà, di esclusione, di razzismo sistemico.

Miloud non aveva una casa perché, nonostante lavorasse, il suo basso stipendio e la discriminazione verso gli stranieri gli hanno impedito di accedere a un alloggio dignitoso. È morto nell’indifferenza di una città che costruisce case ma non garantisce il diritto ad abitarle; di una società che sfrutta la forza lavoro migrante senza offrire tutele e rispetto.

Ciac ha più volte denunciato il rischio che vivono le persone costrette a dormire all’addiaccio, vittime della mancanza di tutele e di politiche discriminatorie che rendono impossibile avere un documento, un lavoro regolare e accedere a un’abitazione, soprattutto per i migranti. Persone che rischiano la vita per la sola colpa di essere povere, invisibili.



Non possiamo accettare che simili tragedie diventino la normalità.

Non possiamo accettare che nelle nostre città ci siano persone che muoiono ai margini, invisibili e dimenticati.
Miloud non doveva morire così. Ogni morte come la sua è una sconfitta per tutti. Ancora una volta chiediamo l'immediata mobilitazione di tutte e tutti.

 

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