Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a ciò che accade in Palestina. In diversi modi possiamo manifestare la nostra opposizione.
In Palestina sono in atto lo sterminio e la pulizia etnica dei palestinesi ad opera di Israele. E l’impossessamento illegale delle loro terre, che avviene ora e che dura da decenni. Lo sappiamo, succede in diretta.
Nonostante la condanna della maggior parte dei paesi del mondo, Israele seguita a farlo perché gode dell’appoggio degli Stati Uniti, da molti anni il principale fornitore di armi ad Israele, e della effettiva complicità di altri paesi. L’Italia tra questi, sebbene la nostra Costituzione precluda il sostegno militare a uno stato in guerra: persino durante il 2024 è proseguito l’invio a Israele di materiali d’armamento, come ha confermato la stessa Leonardo spa (società italiana a controllo pubblico!) ad Altraeconomia. Ai nostri parlamentari dobbiamo chiedere l’applicazione di un sicuro embargo nella fornitura di armi ad Israele e la forte affermazione del diritto dei palestinesi a vivere a rimanere nelle loro terre.
Riteniamo giuste le proteste di studenti e accademici affinché le tutte le Università italiane interrompano le collaborazioni con istituzioni israeliane quando le ricerche anche secondariamente abbiano un possibile utilizzo militare o comunque contro i palestinesi e con aziende del settore bellico. Conseguentemente sono in buon numero le mozioni approvate da Senati accademici: della Scuola Normale Superiore di Pisa, delle Università di Torino, di Cagliari, di Parma. Per citarne alcune.
Importante pure proseguire nella mobilitazione dal basso affinché in tutti i comuni italiani siano approvate mozioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina, sull’esempio di quella approvata a Firenze il 1° ottobre 2024, che invitino lo Stato Italiano a fare altrettanto. Va ricordato infatti che 146 nazioni delle 193 che sono rappresentate alle Nazioni Unite hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina, ma l’Italia non è tra queste.
Oltre le richieste che possiamo avanzare alle nostre istituzioni, ci sono anche azioni che dipendono da noi e dalle scelte che facciamo come consumatori. Segnaliamo in proposito il sito di BDS Italia, ricco di informazioni e di proposte: https://bdsitalia.org/
BDS significa Boicottaggio, Disinvestimenti, Sanzioni. E’ movimento internazionale nonviolento a guida palestinese che sostiene il semplice principio che i palestinesi hanno gli stessi diritti del resto dell'umanità. Il sito mostra in video le adesioni di personalità quali Mandla Mandela, Angela Davis, Moni Ovadia, Roger Waters, Naomi Klein.
Nel sito vengono indicate aziende come via via coinvolte nella guerra, nel colonialismo, nell’apartheid contro i palestinesi. Indicate Carrefour, Axa Assicurazioni, Teva farmaceutici, Reebok, McDonalds, Coca Cola, Hewlett Packard (HP), Dell, Intel, Siemens ed altre ancora. Si propone di inviare email di pressione a queste aziende, l’astensione dall’acquisto dei loro prodotti. Per ogni singola “campagna” vengono forniti approfondimenti, testi e volantini appositi utilizzabili.
Nei nostri supermercati compaiono prodotti agricoli (come avocado, datteri, arachidi, melagrane, agrumi, ecc.) e vini, che ci è riferito provengono spesso da colonie illegali su terre palestinesi occupate ed etichettati come "Made in Israel".
Possiamo scegliere prodotti con altre provenienze, infine anche mango ed arachidi sono coltivati persino in Italia.
Dal sito di BDS Italia apprendiamo del significativo intervento dal basso espresso con l’iniziativa del Coordinamento interregionale della Campagna Coop/Grande distribuzione per la Palestina in cui le socie e i soci hanno lanciato una raccolta firme ed inviato la richiesta alla Coop di interrompere la commercializzazione di prodotti israeliani finché Israele non rispetterà i diritti umani e il diritto internazionale. Le stesse richieste sono state rivolte anche ad altre importanti aziende della Grande Distribuzione Organizzata (Conad) e della Grande Distribuzione (MD, LIDL, PAM, Esselunga, Eurospin).
Si può leggere il comunicato stampa del Coordinamento interregionale delle socie e dei soci Coop a questo link: https://bdsitalia.org/index.