Richiedente asilo senza accoglienza, multato perchè viveva in strada. "Paga per le inadempienze dello Stato?"
A causa delle inadempienze di Questura e Prefettura, che non hanno dato risposta alla sua domanda di asilo, Mussa è stato costretto a vivere per strada. Non solo: è stato multato di 300 euro per "mancato rispetto del decoro urbano" e la sua tenda, unico rifugio, è stata sgomberata dalla polizia municipale. E’ grave e inaccettabile quanto accaduto ad un cittadino migrante che, non avendo alternative, ha piantato la sua tenda davanti agli uffici di Ciac in viale Toscanini: da circa un mese aspettava risposte alla sua richiesta di accoglienza e ieri è stato multato e sgomberato dalla municipale.
Ripercorriamo la storia di Mussa (nome di fantasia), uguale a quella di tante altre: a metà febbraio 25 la presentazione della domanda di asilo presso la Questura di Parma, poche settimane dopo – attraverso gli operatori legali di Ciac – Mussa avanza la domanda di accoglienza, come suo diritto. La legge, infatti, stabilisce che i richiedenti asilo privi di mezzi di sussistenza hanno diritto all’accesso immediato alle misure di accoglienza, indipendentemente dalla disponibilità di posti. Ma la normativa viene ignorata: Prefettura e Questura – come capita praticamente sempre – non risponderanno mai.
Negati i suoi diritti l’unica alternativa per Mussa è la strada. Per ripararsi almeno la notte recupera una tenda e la monta davanti alle unici che lo ascoltano: il piccolo prato davanti allo sportello legale di Ciac in viale Toscanini. Ieri un nuovo capitolo: un agente della polizia locale interviene e lo multa di 300 europer “comportamento giudicato contrario all’igiene, al decoro e al quieto vivere punito dell’art. 19 del Regolamento di Polizia Urbana di Parma”. Non solo: la tenda in cui Mussa viveva viene sgomberata.
Questa vicenda è molto simile a tante altre:alla fine di marzo, secondo i dati di Ciac, 117 persone sono in attesa di accoglienza senza risposta. 61 vivono per strada, tra cui 6 con problemi di salute e 1 con disagio mentale. Davanti a questa situazione, che abbiamo denunciato più volte, si arriva a decidere di aggiungere al danno del mancato rispetto dei diritti, la beffa di uno sgombero forzato e una multa da 300 euro.
Ora come Ciac ci chiediamo:l’agente che ha fatto la contravvenzione ha forse prodotto l'accoglienza alla persona o ha ritenuto che non fosse suo compito? E poi: multare e sgomberare una persona senza alternativa significa risolvere il problema o solo nasconderlo? Perché il richiedente asilo paga per inadempienze delle istituzioni dello Stato?
Di certo c’è che la storia di Mussa è solo l'ultima di una lunga serie di episodi che mettono in luce le gravi inadempienze da parte delle istituzioni sul rispetto dei diritti dei cittadini migranti. Chiediamo ancora una volta che le norme vengano rispettate: accesso immediato alle misure di accoglienza e rispettino i diritti umani dei richiedenti asilo.