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"America non c'è" a Parma l'8 giugno

Giovedì 8 giugno arriva al cinema Astra di Parma il reportage "America non c'è" che “partendo dall’approvazione del Decreto Sicurezza, esplora visivamente alcune esperienze comuni, altre più specifiche, legate all’immaginario della migrazione africana in Italia.” Appuntamento dalle 20.30, ingresso gratuito. Sarà presente il regista Davide Marchesi.

"America non c'è" a Parma l'8 giugno

Giovedì 8 giugno arriva al cinema Astra di Parma il reportage "America non c'è" che “partendo dall’approvazione del Decreto Sicurezza, esplora visivamente alcune esperienze comuni, altre più specifiche, legate all’immaginario della migrazione africana in Italia.” Appuntamento dalle 20.30, ingresso gratuito. Sarà presente il regista Davide Marchesi.



AMERICA 
NON C’È è un do-reportage estremamente interessante, i cui protagonisti Freddy, Cobra, Samba, Yaka, Bato, Pascaline, Geneviève, Nesi e Desiré, attraverso le loro vicissitudini, restituiscono uno spaccato delle esperienze attraverso cui possono passare i ragazzi afro-discendenti in Italia, la loro percezione del razzismo e della società in cui vivono.

Tutto è cominciato da una fotografia pubblicata sul quotidiano Repubblica nella quale il fotografo ha colto l’immagine di un ragazzo africano che sventolava una bandiera dopo essere salito su un autobus a Milano durante la manifestazione del il 17 giugno 2020, BLM (Black Lives Matter (BLM, letteralmente “Le Vite Nere Contano”), la protesta che ha infiammato gli Stati Uniti in nome di George Floyd).

Il ragazzo era Freddy, co autore del film, che ha coinvolto i suoi amici: ne è risultato un film autentico, sincero, che racconta momenti della quotidianità dei protagonisti. Storie piene di delusioni e di successi, di intimità e di energia, di sensualità e fisicità, di bellezza e speranze. Dice il regista: “È diventato un film su di loro come gruppo, sulla loro amicizia, sullo spazio che hanno trovato e creato, dove non c’è giudizio o discriminazione.”

Alcuni dei processi sociali e politici che vengono toccati nelle interviste presenti nel documentario sono molto complessi ed è difficile affrontarli in modo esaustivo in un prodotto di questo tipo, ma i ragazzi conquistano chi li vede per la loro autenticità, che regala momenti bellissimi, commoventi e divertenti al tempo stesso. (Il tutto con uno spiccato accento lombardo!) Come nella sequenza bellissima anche dal punto estetico delle due ragazze che ci parlano della tradizione delle treccine o quando Freddy ci presenta la sua numerosa famiglia e confessa di voler continuare a fare il modello, anche se i suoi non sono d’accordo, perché “bisogna credere in quel che si fa e tenere duro”. E continua: “questo documentario ci ha dato la possibilità, a me e i miei amici, di poter affrontare un argomento che ci sta molto a cuore. Non è sempre stato facile esporre certe esperienze, soprattutto perché così personali e allo stesso tempo delicate da affrontare e da vivere. È stato un onore, una soddisfazione e una gioia poter raccontare le nostre storie, in quanto saranno sicuramente d’aiuto per altre persone afro- italiane in Italia, per poter affrontare la vita e le disuguaglianze in modo consapevole e superiore. Quando si incontra un nero al parco, non ha senso pensare che sia necessariamente uno spacciatore, un ladro o uno stupratore. Spero fortemente che questo documentario possa anche aprire gli occhi alle persone che invece queste cose non le vivono sulla propria pelle, comprendendo che siamo tutti uguali”.


Locandina America non c'è

Sinossi: durante la manifestazione BLM, tenutasi a Milano il 7 giugno 2020, Freddy viene immortalato in uno scatto che il giorno seguente finisce stampato a mezza pagina su Repubblica. Freddy, primogenito di sei fratelli e sorelle, vive con la famiglia a Rogeno, un paesino in provincia di Lecco. Nella stessa zona abitano Cobra, Nesi, Samba, Yaka, Geneviève e Pascaline. La loro quotidianità viene introdotta prima individualmente e poi in sequenze corali di gruppo, accompagnate da interviste che rivelano cosa significhi crescere in una società che, per larga parte, continua a considerarli stranieri e, nel migliore dei casi, ospiti. Nesi lavora in un bar di Erba, dove spesso è vittima di episodi di discriminazione da parte dei clienti. Samba passa le sue giornate in fabbrica, immaginando basi e freestyle al ritmo dei macchinari, e nel tempo libero si auto-produce tracce e video musicali per porre le fondamenta di una carriera alternativa ancora al di là dal decollare.

Genevieve e Pascaline, poco più che ventenni, interpretano l’Italia con occhi diversi, in bilico fra il desiderio di costruirsi un futuro e i ricordi di un’infanzia costellata di episodi che continuano a suscitare in loro la
sensazione di essere “diverse”.

Le loro vite trascorrono in un presente incerto, fra ambizioni inespresse e momenti di socialità spesso incastrati fra due culture: da una parte, quella della società in cui vivono e, dall’altra, le tradizioni e le abitudini ereditate dalle loro famiglie e dai loro paesi di origine. Una divisione che loro non sentono, ma che gli viene continuamente ricordata. Le esperienze e i sentimenti di questi ragazzi e ragazze vengono contestualizzati dalle manifestazioni di inizio giugno e dalle risposte che hanno percepito provenire dalla società. Ritrovandosi protagonisti di un processo fluido, lungo, doloroso, sono consapevoli di essere parte di qualcosa più grande di loro, che non vedranno esaurirsi nel corso delle loro vite. Nel frattempo, il meglio che possono fare è esserci, farsi vedere e sperare che il momento in cui la società smetta di semplicemente “accorgersi" di loro non tardi troppo a venire.

 

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