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CIAC: “Il dramma di Umar Sufiyan apra riflessione su lavoro dei migranti”

La tragica morte del 35enne ucciso mentre consegnava i giornali chiede che questa tragedia diventi un’occasione per avviare una riflessione seria sulle condizioni di lavoro degli stranieri nel nostro territorio

Comunicati stampa

La tragica morte di Umar Sufiyan ha scosso profondamente la nostra comunità. CIAC, oltre a esprimere sgomento per quanto accaduto e condannare fermamente l’operato dell’automobilista che non si è fermato a prestare soccorso, chiede che questa tragedia diventi un’occasione per avviare una riflessione seria sulle condizioni di lavoro degli stranieri nel nostro territorio. Umar era stato ospite dei nostri sistemi di accoglienza tra il 2016 e il 2017 ed ha lasciato un ottimo ricordo. Al termine del suo progetto l’unica opportunità lavorativa che aveva trovato era quella di consegnare i giornali in bicicletta, di notte, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.



Svolgeva un lavoro complesso e pericoloso, esposto a numerosi rischi. Una condizione condivisa da migliaia di altri "invisibili" che vivono e lavorano nel nostro territorio. I dati sono eloquenti: nei primi sei mesi del 2024, 81 stranieri sono morti sul lavoro su un totale di 364 vittime. Il rischio di morte per loro è quasi triplo rispetto agli italiani: si registrano 34,1 decessi ogni milione di lavoratori stranieri, contro i 13,3 per gli italiani.

CIAC chiede con forza un ripensamento delle politiche e delle condizioni lavorative per migliorare la vita di migliaia di persone che abitano a Parma e provincia. È fondamentale che dal dramma di Umar Sufian possa nascere un cambiamento concreto, capace di proteggere chi vive e lavora in condizioni così vulnerabili.

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