Ciac: “Solidarietà alla pacifica protesta dei richiedenti asilo”
Comunicati stampa
“Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai richiedenti asilo che chiedono soltanto il riconoscimento dei loro diritti”. Con queste parole Ciac prende posizione sulla protesta pacifica di una decina di migranti di origine pakistana che da alcuni giorni stazionano davanti alla sede di Strada Cavestro a Parma. “Queste persone – dicono i rappresentanti dell’ente di tutela – hanno effettuato diversi mesi fa la procedura legale per avere i documenti e avrebbero diritto all’accoglienza prefettizia, ma la loro situazione resta in un limbo che non gli permette di avere alcun diritto”.
La manifestazione è portata avanti con gentilezza e in maniera silenziosa e pacifica. “Si tratta di persone giovani – spiegano da Ciac – che hanno una storia migratoria molto lunga, caratterizzata da torture e violenze sulla rotta balcanica, sono arrivati a Parma nel corso dell’estate allo stremo delle forze e le loro condizioni continuano a peggiorare. Si aspettano da Ciac aggiornamenti sulla loro situazione: li abbiamo sostenuti nella presentazione della domanda di asilo, ma questo non è sufficiente per completare la procedura e fargli ottenere un permesso di soggiorno perché è richiesto un domicilio. Allo stesso tempo gli è impedito l’accesso all’accoglienza istituzionale, anche se ne avrebbero diritto, perché non ci sono posti disponibili su tutto il territorio nazionale”.
Sono oltre sessanta le persone nella città di Parma nelle stesse condizioni dei giovani che oggi protestano, perfettamente regolari sul territorio ma che non hanno alcun tipo di assistenza, costretti a dormire per strada e spesso preda delle reti di sfruttamento per mancanza di alternative, nonché esposti alle intemperie, a furti e minacce. “Quanto sta accadendo – concludono da Ciac – dimostra, ancora una volta, la completa insufficienza del sistema di accoglienza italiano, legato soltanto a risposte emergenziali e basato su centri di accoglienza straordinaria. Una condizione drammatica che denunciamo da anni”.
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