Ciac sui profughi dall’Ucraina: “Frontiere aperte, abbandonare sistema emergenziale e puntare su accoglienza pubblica, integrata e diffusa”
Comunicati stampa
Prima di tutto, è necessario cambiare radicalmente strada rispetto a quanto avvenuto con l’emergenza Afghanistan: a 7 mesi di distanza la grande maggioranza delle persone evacuate sono ancora in strutture emergenziali perché il sistema ordinario pubblico Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) non è stato messo nelle condizioni di rispondere tempestivamente: i posti dedicati sono tutt’ora pochissimi (solo tremila per cinquemila persone evacuate) e i tempi per affidare i servizi sono lunghissimi. Il Ministero dell’Interno e il governo non possono attuare lo stesso schema, facendo precipitare l’emergenza sui territori senza metterli in condizione di gestirla. Per questo, dal nostro punto di vista, è necessario ampliare immediatamente e in modo consistente la capienza del sistema dell’accoglienza integrata e diffusa e prevedere procedure che permettano a Comuni ed enti di tutela di accogliere da subito.
Ora più che mai risulta insensato continuare a passare da un’emergenza all’altra (Siria, Libia, Afghanistan, ora Ucraina) senza una vera risposta strutturale. Non sono bastate, ci chiediamo, le crisi degli ultimi anni a far capire che risposte inadeguate e politiche emergenziali non risolvono il problema? Appare sempre più chiaro che, a fronte del possibile arrivo di decine di migliaia di profughi, il sistema Cas è saturo e il sistema Sai è bloccato dalle indecisioni dei nostri governanti. Serve immediatamente, quindi, una politica di accoglienza vera e duratura, con impegni coerenti e tempestivi.
Registriamo che in questa occasione anche i Sindaci di ogni parte politica, Lega compresa, hanno dichiarato la loro disponibilità ad accogliere i migranti. Ci auguriamo, quindi, che ogni Comune del nostro territorio dia seguito a queste parole con un impegno concreto. Allo stesso tempo istituzioni, enti locali e terzo settore devono reclamare a gran voce un sistema pubblico, semplificato nella burocrazia, che permetta di attivarsi in tempi rapidi, non tra sei mesi.
A livello internazionale auspichiamo che le frontiere siano aperte per permettere sia agli ucraini sia ai tanti migranti presenti in quel paese, di poter accedere in sicurezza al territorio europeo. Inoltre, è fondamentale che l’Italia elimini l’Ucraina dall’elenco dei cosiddetti “paesi sicuri”, che rende oggi quasi impossibile ai cittadini ucraini – come a tutti coloro che provengono da stati presenti su questa lista - di ottenere protezione, poiché si suppone che il rimpatrio non li metterebbe in una condizione di pericolo.
Infine, chiediamo all’Unione Europea di attivare immediatamente la direttiva 55/2001 che consente di destinare risorse specifiche per l’accoglienza e introduce un permesso di soggiorno temporaneo europeo. Sarebbe un passo avanti fondamentale per permettere una vera accoglienza dei profughi che lasciano un paese dilaniato dalla guerra.
Come Ciac siamo pronti a fare la nostra parte per accogliere chi deciderà di lasciare l’Ucraina ma chiediamo a tutti i parmigiani di aiutarci: per mettere in pratica i progetti sono fondamentali gli appartamenti. Per questo invitiamo chiunque voglia mettere a disposizione una struttura a contattare il nostro centralino 0521522080 o scriverci una mail a associazione@ciaconlus.org.
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