Europe Must Act, un manifesto per cambiare le politiche migratorie
iniziative
L'associazione One Bridge to Idomeni, impegnata nel dare supporto materiale ai migranti che percorrono la rotta balcanica, assieme a una rete di oltre 160 associazioni di tutta Europa, ha lanciato nel marzo scorso Europe Must Act, un manifesto per chiedere all’Unione europea per una modifica sostanziale delle politiche migratorie messe in atto a livello generale e dai singoli paesi, che si dimostrano sempre più securitarie e discriminatorie.
Gli scopi dichiarati dal movimento sono:
- chiedere lo spostamento delle persone ammassate sulle isole greche di Lesbo, Samos e Chios per ricollocarle in strutture adeguate nei paesi dell’Unione Europea;
- sostituire l’accordo UE-Turchia con una politica UE in materia di migrazione solidale e fondata sui diritti umani e attivarsi per promuovere condizioni di accoglienza dignitose e legali nei Paesi europei, partendo dagli esempi virtuosi che già esistono, come il sistema Sai (ex Sprar-Siproimi) in Italia.
L’iniziativa che mira a coinvolgere i comuni fa parte della campagna Cities Must Act (CMA), azione concreta di Europe Must Act che prevede la creazione e lo sviluppo in diverse città europee di gruppi di volontari/e e attiviste/i in sinergia con le altre realtà già esistenti e con le amministrazioni comunali per promuovere modelli di accoglienza, solidarietà e di antirazzismo in risposta alle politiche nazionali ed europee. La rete è già in collaborazione con Recosol (Rete dei Comuni Solidali).
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Il movimento Europe Must Act – Italia indice il 18 marzo alle 18:00 una conferenza stampa online e simultanea in varie città italiane per presentare una proposta di delibera comunale. Il movimento chiede ai comuni di tutta Italia, attraverso la sottoscrizione della delibera, di impegnarsi a valutare l’adesione volontaria a politiche di accoglienza equa e diffusa – come il progetto SAI (ex SPRAR) – e a contattare i rappresentanti del governo nazionale e delle istituzioni europee affinché ripensino radicalmente la gestione dei flussi migratori che interessano la nostra comunità.
EMA è un movimento europeo nato nel marzo del 2020 per chiedere la ricollocazione delle persone detenute nei campi delle isole greche di Lesbo, Chios e Samos e, più in generale, per promuovere l’adozione di politiche migratorie europee basate su condizioni di accoglienza dignitose e legali nei Paesi europei. La sezione italiana del movimento, in collaborazione con reti nazionali e associazioni di molte città italiane (Firenze e Verona su tutte) presenta una delibera comunale che possa mettere in risalto il ruolo degli enti territoriali nella gestione dell’accoglienza delle persone migranti. I comuni che sottoscrivono tale delibera si impegnano, infatti, a considerare le politiche di accoglienza equa e diffusa che potrebbero costruire sul proprio territorio e a inviare la delibera stessa ai rappresentanti del nostro governo nazionale e alle istituzioni europee, per chiedere loro una modifica delle attuali leggi che regolano l’immigrazione verso l’Unione Europea. In particolare, chiedendo di creare meccanismi di redistribuzione equa tra Stati membri, vie di ingresso legali per le persone migranti, e di garantire, inoltre, una gestione trasparente delle frontiere europee, mettendo fine ad accordi con paesi terzi non sicuri, come la Libia o la Turchia.
«Abbiamo scelto consapevolmente il 18 marzo come data per la presentazione della delibera» dice una delle coordinatrici del movimento, Massimiliana Odorizzi, «per ricordare la Dichiarazione UE-Turchia del 2016, firmata quel giorno, con cui l’Europa consegnava l’accoglienza di milioni di persone a uno stato non sicuro in cambio di sei miliardi di euro». «Nel corso degli anni il patto non ha portato, come era nelle intenzioni, alla chiusura della rotta migratoria che attraversa i Balcani, ma al contrario ha reso ancor più drammatiche le condizioni delle persone accolte in Turchia e di quelle in transito lungo la rotta balcanica, come abbiamo visto in questi ultimi mesi in Bosnia e in Grecia». La delibera è il primo passo, allora, di una consapevolezza che ogni comune italiano può adottare riguardo alla situazione: «si tratta di un primo passo concreto con cui molti comuni e gruppi territoriali possono manifestare la loro contrarietà alle politiche europee in materia di immigrazione», informandosi e adottando politiche di accoglienza locali e diffuse, che possano garantire un vero percorso di coabitazione tra migranti e comunità locali.
La sezione italiana di EMA conta ad oggi sull’appoggio di centinaia di associazioni e reti sul territorio italiano – in particolare Recosol e il forum nazionale Per cambiare l’ordine delle cose – e vi è già un primo Comune che ha sottoscritto la delibera, Bosco Chiesanuova, in provincia di Verona. Insieme, queste reti e i comuni interessati, promuoveranno la conferenza stampa del 18 marzo 2021 alle 18:00 sulla pagina Facebook del movimento dove interverranno i rappresentanti di EMA - Italia e Gianfranco Schiavone del forum Per cambiare l’ordine delle cose.
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