Il Pkk dal 1984 combatte una ribellione sanguinosa contro lo stato turco con l’obiettivo di conquistare l’indipendenza o una maggiore autonomia. La Turchia, l’Unione europea e gli Stati Uniti lo considerano un gruppo terroristico. Questi paesi hanno però opinioni diverse sulle Ypg. Sotto la bandiera delle Fds, le Ypg sono state alleate di Washington nella battaglia contro il gruppo Stato islamico (Is) in Siria. Un piccolo contingente di soldati statunitensi è ancora stanziato nel nordest del paese, vicino al confine turco.
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I curdi sotto attacco in Siria, in Iraq e in Iran
rassegna stampa
Il 20 novembre l’esercito turco ha condotto una serie di raid contro obiettivi curdi nel nord della Siria e nel Kurdistan iracheno, causando la morte di circa trenta persone. In risposta alcuni razzi sono stati lanciati alla frontiera turca, provocando tre morti e sei feriti. Ankara accusa il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e le Forze democratiche siriane (Fds) di essere responsabili dell’attentato che ha causato sei morti e 81 feriti a Istanbul il 13 novembre, ma entrambi i gruppi hanno negato il loro coinvolgimento.
L’attacco segna un nuovo picco nelle tensioni tra la Turchia e i curdi. Da tempo Ankara minaccia un intervento nelle zone curde semiautonome della Siria, che sono controllate dai combattenti delle Unità di protezione popolare (Ypg), affiliate al Pkk, e dove sono presenti anche soldati turchi. Finora però l’opposizione della Russia, dell’Iran e delle potenze occidentali aveva fermato i piani del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. L’attentato ha offerto ad Ankara il pretesto per passare all’azione, sfruttando anche l’aumento dei sentimenti nazionalistici e contrari alla presenza dei profughi siriani in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari che si svolgeranno nel giugno 2023.

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