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Libertà per Maysoon Majidi e Marjan Jamali

Parlamentari e associazioni lanciano un appello per il rilascio delle due donne iraniane recluse da oltre sei mesi dopo lo sbarco in Italia

Comunicati stampa

"Donna, vita, libertà. Il caso di Maysoon Majidi e Marjan Jamali”, era questo il titolo della conferenza stampa che si è tenuta nei giorni scorsi presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati,  volta a chiedere la libertà per le due donne iraniane arrestate per l’accusa di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare sulla base di testimonianze rilasciate subito dopo lo sbarco in Italia e senza la possibilità di un controesame.

Convocata da Luigi Manconi, presidente di A Buon Diritto, e dai parlamentari Laura Boldrini, Presidente del Comitato per i diritti umani della Camera e Marco Grimaldi (Alleanza Verdi Sinistra), alla conferenza - organizzata per tenere alta l'attenzione sulla vicenda - hanno partecipato anche Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International - Italia; Ferdinando Laghi, consigliere regionale e Parisa Nazari, attivista del movimento "Donna vita libertà".

Maysoon Majidi e Marjan Jamali sono due giovani donne iraniane arrivate in Italia nel 2023. Dopo essere sbarcate sono state sottoposte a provvedimenti di custodia cautelare in quanto accusate di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e, in particolare, di essere delle “scafiste”. Marjan si trova oggi agli arresti domiciliari, mentre Maysoon è reclusa in carcere in Calabria in attesa del giudizio immediato che si terrà il prossimo 24 luglio. In particolare Maysoon Majidi, 27 anni, è in una condizione di gravissima depressione e debilitazione, che desta molta preoccupazione. Pesa attualmente 38-40 kg e le è stata rifiutata la visita di una psicologa da lei indicata.

«Maysoon Majidi e Marjan Jamali erano in fuga dal loro paese quando sono sbarcate in Italia. Qui invece di trovare tutela e protezione sono state accusate di un reato - quello previsto dall’articolo 12 del Testo Unico Immigrazione (TUI) - che spesso colpisce persone che con il traffico di esseri umani non hanno nulla a che fare» dichiarano dalla Onlus A Buon Diritto.

Quella di scafista è una categoria contestata e problematica da un punto di vista giuridico: nella maggior parte dei casi oggi le persone che si trovano alla guida delle imbarcazioni sono semplici persone migranti in stato di necessità, ma vengono perseguite come se fossero trafficanti di esseri umani.

L’accusa di favoreggiamento dell'immigrazione irregolare nei confronti delle due donne è stata avanzata sulla base di testimonianze di persone che avevano effettuato l’ultimo tratto di viaggio in barca insieme a loro, che avevano riferito la partecipazione di Maysoon alla distribuzione di cibo e acqua a bordo; mentre le accuse riguardanti Marjan provenivano dagli stessi uomini che, nel racconto della donna, avrebbero tentato una violenza nei suoi confronti. Tali testimoni sono stati interrogati nei concitati momenti dopo l’approdo, ma non è stato possibile un controesame delle loro affermazioni perché sono scomparsi poco dopo lo sbarco. 

Durante la conferenza stampa è stata letta la lettera che Maysoon Majidi ha inviato dal carcere al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere che la sua voce venga ascoltata e che la sua detenzione venga trasformata in libertà provvisoria o in una forma di detenzione alternativa.

Con la conferenza stampa, oltre a chiedere la liberazione di Maysoon Majidi e Marjan Jamali, si è voluto denunciare l'ulteriore inasprimento della politica migratoria italiana, ricordare che il traffico di esseri umani è reso possibile e alimentato dalla mancanza di canali legali e sicuri di ingresso in Italia e in Europa e chiedere una modifica profonda delle attuali leggi sull'immigrazione e della loro applicazione, a partire da quella dell'art.12 del Testo Unico Immigrazione.


Alla conferenza stampa del 18 luglio hanno aderito diverse associazioni, tra cui: A Buon Diritto Onlus, Ero Straniero, Refugees Welcome Italia, Mediterranea Saving Humans, Lunaria, Ciac Onlus, Casa dei diritti sociali odv, RECOSOL, Fondazione Migrantes, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (FCEI), Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS), Acli, Danish Refugee Council (DRC), Amnesty International Italia, Coltivazione Aps, International Rescue Committee Italia, Associazione Black and white ETS Castel Volturno, Commissione Migranti e GPIC, Missionari Comboniani provincia italiana, Cnca, Asgi, Europasilo, SIMM - Società Italiana di Medicina delle Migrazioni.

 

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