Meloni, von der Leyen, Rutte e l’incontro col dittatore tunisino Saied: il vertice dei segreti sulla pelle dei migranti
Non esiste un documento, uno scritto, un pezzo di carta. Nulla da cui si possa capire se la riunione è stata adeguatamente preparata, nemmeno qualcosa da cui si possa dedurre che ci sia stato “almeno” un incontro preparatorio “tra la Commissione Ue, l’Italia e i Paesi Bassi”. Sembra tutto fatto all’arrembaggio, senza verificare preventivamente condizioni e conseguenze di quell’incontro.
Questo avrebbe rilevato l’Obudsman, ossia il Mediatore europeo – un’istituzione dell’Unione europea che indaga su denunce relative a casi di cattiva amministrazione che coinvolgono altri organi e istituzioni della Ue – riguardo la riunione con l’autocrate tunisino Kais Saied (l’11 giugno del 2023 a Tunisi) della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e Mark Rutte, il falco europeo premier dei Paesi Bassi, attuale segretario generale della Nato. Nemmeno una settimana dopo quell’incontro l’Unione europea e la Tunisia hanno firmato un protocollo d’intesa sull’immigrazione, un accordo che appalta nella sostanza ai tunisini il lavoro sporco per far loro catturare i migranti prima o dopo che vengono messi in acqua.
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