“Serve una mobilitazione della società tutta per difendere il diritto d’asilo e all’accoglienza”
Anche a Parma, come in tutta Italia, continua a crescere il numero di richiedenti asilo costretti a rimanere per strada, senza accoglienza e protezione. Allo stesso tempo ci si appresta a rinnovare i vergognosi accordi con la Libia, mentre il Neoministro degli Interni vieta un porto sicuro a chi soccorre i naufraghi nel Mediterraneo.
Comunicati stampa
L’Italia, lontano dai riflettori, si appresta a rinnovare l’accordo bilaterale con la Libia, un accordo vergognoso, che ignora la tutela dei diritti umani, nonostante le numerose evidenze e racconti dei migranti che sono riusciti a sopravvivere ai lager. Molte associazioni e ONG e Ciac con loro, hanno manifestato ieri per fermare gli accordi con la Libia e i respingimenti in mare (LEGGI).
In Italia, in tutte le città, anche a Parma, cresce il numero dei richiedenti asilo che senza accoglienza e senza protezione rimangono in strada, perché non possono accedere ad un diritto fondamentale, l’asilo o a un posto di accoglienza, che per legge e per diritto spetta loro. Non giungono dal mare ma dalla rotta balcanica, vengono da Afghanistan, Pakistan, Iran. Lasciare persone all’addiaccio, di qualsiasi nazionalità infine, fingere di non vederle confidando nell’indifferenza, costituisce una violazione dei diritti umani che avviene qui, con responsabilità del nostro Paese. Così come c’è nostra responsabilità per le situazioni atroci che i migranti subiscono ai confini: in Libia, Croazia e altrove (LEGGI)
Il Ministro degli interni, con il suo primo atto, ha vietato il Porto sicuro alle navi che avevano soccorso centinaia di naufraghi, migranti in cerca d’asilo (LEGGI)
Una politica che affonda le sue radici nel passato e – tragicamente – segna una continuità tra i diversi governi che si sono succeduti. Eppure, di fronte alla più grave e più numerosa crisi migratoria della storia repubblicana, quella dei profughi ucraini, c’è stata la prova lampante che accogliere non solo si deve, ma si può e che quando accade, ossia quando i diritti delle persone sono rispettati e tempestivamente riconosciuti, tutta la società ne beneficia: nessun senso di invasione, nessuna paura ma solidarietà diffusa: determinante è stata l’accoglienza offerta da privati, famiglie, singoli.
Occorre oggi, ancora, una forte mobilitazione della società tutta a difendere il diritto d’asilo, il diritto all’accoglienza, il rispetto delle leggi dello Stato e della Costituzione. Serve un impegno concreto per farlo, una presenza, una azione comune, sociale, giuridica e legale che sfidando negazioni e razzismo, per chiunque, profugo da qualsiasi paese, rivendichi il diritto a non diventare invisibile, a non essere respinto nelle tante frontiere esterne e interne del nostro Paese. E’ dalla tutela di diritti di tutti/e che dipendono integrazione e coesione sociale.
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In Italia, in tutte le città, anche a Parma, cresce il numero dei richiedenti asilo che senza accoglienza e senza protezione rimangono in strada, perché non possono accedere ad un diritto fondamentale, l’asilo o a un posto di accoglienza, che per legge e per diritto spetta loro. Non giungono dal mare ma dalla rotta balcanica, vengono da Afghanistan, Pakistan, Iran. Lasciare persone all’addiaccio, di qualsiasi nazionalità infine, fingere di non vederle confidando nell’indifferenza, costituisce una violazione dei diritti umani che avviene qui, con responsabilità del nostro Paese. Così come c’è nostra responsabilità per le situazioni atroci che i migranti subiscono ai confini: in Libia, Croazia e altrove (LEGGI)
Il Ministro degli interni, con il suo primo atto, ha vietato il Porto sicuro alle navi che avevano soccorso centinaia di naufraghi, migranti in cerca d’asilo (LEGGI)
Una politica che affonda le sue radici nel passato e – tragicamente – segna una continuità tra i diversi governi che si sono succeduti. Eppure, di fronte alla più grave e più numerosa crisi migratoria della storia repubblicana, quella dei profughi ucraini, c’è stata la prova lampante che accogliere non solo si deve, ma si può e che quando accade, ossia quando i diritti delle persone sono rispettati e tempestivamente riconosciuti, tutta la società ne beneficia: nessun senso di invasione, nessuna paura ma solidarietà diffusa: determinante è stata l’accoglienza offerta da privati, famiglie, singoli.
Occorre oggi, ancora, una forte mobilitazione della società tutta a difendere il diritto d’asilo, il diritto all’accoglienza, il rispetto delle leggi dello Stato e della Costituzione. Serve un impegno concreto per farlo, una presenza, una azione comune, sociale, giuridica e legale che sfidando negazioni e razzismo, per chiunque, profugo da qualsiasi paese, rivendichi il diritto a non diventare invisibile, a non essere respinto nelle tante frontiere esterne e interne del nostro Paese. E’ dalla tutela di diritti di tutti/e che dipendono integrazione e coesione sociale.
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