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VoTo - Voices to be heard, finally! - IL VIDEO

Per le imminenti elezioni europee è necessario un cambio di rotta. Le voci dei migranti e della comunità LGBTQIA+ necessitano di essere ascoltate. Ne abbiamo parlato con espert* e candidat* nella tavola rotonda di mercoledì 8 maggio.

iniziative

Le voci dei migranti e della comunità Lgbtqia+ chiedono di essere ascoltate dall'Unione Europea per le prossime elezioni. Si tratta di una parte della popolazione che viene relegata ai margini e non ascoltata. E questo deve cambiare: il progetto VoTo - Voices to be heard, finally! - ha come scopo quello di far sentire e dare spazio a chi normalmente non ce l'ha. Indetto da ENAR, una Rete europea anti-razzista, l'iniziativa ha permesso la creazione di momenti di incontro per discutere le diverse proposte. Durante la tavola rotonda di ieri sono emerse alcune richieste come, per esempio, la creazione di centri anti-discriminazione oppure migliorare le leggi per l'accoglienza dei migranti, il tutto a livello europeo per poi garantire la loro applicazione anche nei singoli contesti nazionali.
 
Roberto Mazzini, della cooperativa Giolli e coordinatore pratico del progetto, ha sottolineato come ci sia in primis una difficoltà da parte dei cittadini a capire come far sentire la propria voce. 
Francesca Campomori, dell'Università di Venezia, ha dichiarato come dai focus group sia emerso il desiderio di uniformare le politiche a livello europeo. Per esserci accoglienza deve esserci anche amicizia e calore.
Raffaella Greco Tonegutti, della Belgian Development Agency, ha affermato che nell'ambito europeo non basta tener conto delle azioni del Parlamento ma vanno considerate anche le altre agenzie esecutive della Commissione Europea come quella per l'educazione e la cultura. Su queste noi abbiamo pochissima visibilità e per comprendere ciò che succede è necessaria una mappatura.
Marwa Mahmoud, candidata alle amministrative di Reggio Emilia, ha esordito con la citazione di Verna Myers "Diversità è essere invitati alla festa, inclusione è essere invitati a ballare", per spiegare l'importanza dell'essere rappresentati. I cittadini trovano modalità di partecipazione attiva nonostante ci sia una crescente sfiducia nelle istituzioni.
Infine, Federico Faloppa, dell'Università di Reading e coordinatore della Rete Nazionale contro l'odio, ha parlato dei Citizen Panels dove vengono raccolte le raccomandazioni dei cittadini. Possono essere utilizzati anche a livello locale per far presenti le singole specificità.
Chiara Marchetti conclude l'incontro con l'insegnamento di Galtung: non dobbiamo avere paura del conflitto perché solo in questo modo si può scardinare ciò che non funziona più.

Se vuoi puoi rivedere l'incontro sul nostro canale Youtube qui sotto

 

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